Autore: Elena Artaserse –
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Un Viaggio Etereo
Autore: mp47pasquino
E dir che giunsi
in loculi dispersi
e finsi…
portando fardelli piansi
in quel ridondar di ombre persi
quel giulivar gentile e non m’accorsi…
poi giunto al limitar percorsi
notai il cader dell’ore e gli anni in quel protrarsi
vidi l’elencar di fatti e di sequenze diluirsi
in approdar l’evolversi scomposto e gli usci chiusi
tra sorrisi accattivanti e morsi di labbra e di sorrisi
poi il volgersi l’alterno fece il resto e collassai…
per incanto s’aprirono le brume, di quell’ormai
un desco di colori s’approntò, mi calmai
pregno d’assurde rilevanze sobbalzai
forse era giunto il punto per il d’accapo poi pensai…
che sarà del giacer disgiunto, dell’evolversi
delle arcane panzane che proposte a bersi
oppur l’idiomi a conturbarsi d’un arrovellar digiuni
vennero a sapersi,
palesati dall’inganno fu un fluidificarsi
raggi di barlume in quel chiarir l’arcano
mondarono importuni invano
e…giunsi, solo nell’offerto spazio d’un insapore acidulo
provai a chiedere, quante buffe verità caddero emule
dove il senso è moltiplicar d’azioni miste ed è mistero
soggiogar il vero con l’arcano né peccato alcuno fu più vero
e…vennero i rimorsi, quel ridondar di fatti e sudditanze imposte
un muro di facce in farsesche pose prone a pagare il fio d’anguste
l’azioni torbide e lo sfruttar l’altro pregio e subito affossato al vero
nel variegar sequenze volse il turbinar di vita mi fecero domanda…fui sincero
colsi un labile riscontro nell’inverosimile muovevo quasi in fluttuar mi stavo
e fui investito di veritudine…
mi dissero ora Tu hai in pugno chi ti angustiava d’ingratitudine
posero anime e postille, ad ognuno un filmato accompagnava
non gliela feci ad infierire e vendicare…mi dissero peccato rifiuti punir chi ti oppressava!
Acuisce la notte fisico malanno
Autore: Rosetta Sacchi
Acuisce la notte fisico malanno
o dell’anima il travaglio
la tosse incede o la schiena duole
_strano a dirsi in stato di riposo_
La mente vaga va per binari morti a volte
ed altre s’incammina con passo celere
come a spiccare il volo
per proibiti quant’ oscuri lidi
La fantasia è un destriero disubbidiente
alle redini e alla sella
Il giorno è nemico
e ti scaraventa a valle come un sasso
fatiche sventaglia all’orizzonte
e ti frappone ostacoli ad ogni minimo obiettivo
È un bene è un male? Non so
Io so soltanto
che fermarsi spesso è come morire
e solo qualche volta dona quiete.