Autore: Maria Luisa Bandiera
Molto difficile
il percorso interiore
di un’anima sola
alla ricerca di se stessa.
Nasce dal profondo
e cresce nell’evolvere
per comprendere
tutte le meraviglie
del Dio Creatore.
Autore: Maria Luisa Bandiera
Molto difficile
il percorso interiore
di un’anima sola
alla ricerca di se stessa.
Nasce dal profondo
e cresce nell’evolvere
per comprendere
tutte le meraviglie
del Dio Creatore.
Autore: mp47pasquino
Vestigia
di lontani canti
l’istoriar l’antichi padri
in fregi scalpellati ad arte
tra marmi, dipanano quei ricordi,
l’effigie e le vestigia
di eroi e cavalieri d’arme.
Torme
di popolani all’umil passo
della vita
il suggellar al tempo
onori e vanti
ed il riverir le gesta
affina menti e storia.
Degli umili
quel dir non basta
tra quei fumi edulcorati al tempo
scaglie di pietra tumulate
svettar
dimenticanza.
Lo sgrondar memoria non darà
onore ed epitaffio…
qui giace l’uomo:
lembo umano asservito al vento
a te il perpetuar la carne
a cui non è data l’eccelsa riverenza, si concessa,
solo ad eroi.
A te dono
eterna stima e riverenza per averci preceduti!
A te
uomo qualunque di tutti i tempi
glorificherò lo scritto
io
uno dei tanti che passerà l’anonimata via.
Poesia scritta il 06/11/2010
Autore: Anna Luce Buffone
Ho pensato che…
dopo duemila anni
nessuno ha capito
che l’amore non si può uccidere
e che non si può vivere d’inganni!
Ho pensato che…
sarebbe bello
che sopra a questa terra
fossimo tutti fratelli…
senza fame, né guerre, né odio!
Ma ahimé, affacciati alla finestra…
ho visto il mondo che affonda
come una barca
in mezzo alla tempesta
e, allora…
facciamo uno sforzo
apriamo il nostro cuore alla vita
diamo il fuoco che arde
più del sole, ai nostri fratelli
offriamo amore
a chi ci da’ amore
e a chi non conosce l’amore…
teniamoci per mano
ed insieme, riportiamo su
questo mondo che affonda!
Autore: mp47pasquino
Vi guardavo
giravo gli occhi intorno
mentre le carni mi rodevo
proni e assiepati
come assistere ad un circo,
tutti…
Vi guardavo…
muti,
come edera attaccata alla corteccia
non potendo lasciare nulla al caso…
aderivo a quella croce.
Vi guardavo…
sperduto e vinto nella pelle
in quel tramutar, brivido divino
tutto
m’appariva Golgota infinito.
Vi guardavo tutti, uno ad uno
e ad ognuno la mia pietà
Vi lascio…
Vi guardavo…
dell’inconsapevole titubare d’uomo
tramutava la mia pelle
del dolore dentro e fuori
mentre tutto si compiva
mentre il padre mi guardava
sapeva ed aspettava mentre
io morivo…
l’uomo,
se ne andava lasciando, l’uomo
alla mercé dell’uomo
la pelle alla polvere e le stelle,
ma mai avrei creduto
che quella croce che mi stroncò,
non i miei pensieri…
lei
diventasse mio simbolo
nel tempo!
Poesia scritta il 21/12/2011
Autore: Maria Luisa Bandiera
Profuma la vita
di nuove speranze
al fiorire del tempo
che mai sosta e riposa.
Cammina nei cicli
di vita nel mondo,
al sorgere del sole
che torna e riscalda,
al calar della sera
che onora la luna.
Speranze di luce
invadono i cuori
gremiti e ricolmi
di vecchi e antichi dolori
generati d’assenza d’amore.
Impariamo dunque,
dal cielo, dal sole,
dalla luna alle stelle,
dalla terra ricolma di doni
che nulla chiedono all’uomo!
Ringraziamo la vita,
come antica era l’usanza,
di ciò che essa ci offre,
e perdoniamo a noi stessi
gli egoismi e gli sbagli commessi.
Autore: Anna Luce Buffone
Cosa Vuoi raccontare
eco lontana e straniera?
Urli mentre copri infinite distanze
rimbalzando su rocce bagnate
e macchiate di sangue
fermati!
Sdraiati accanto a me
su questa verde e delicata erba
profumata di camomilla
guarda il cielo
e le sue nuvole ovattate
spinte dalla brezza del mare
fino a formare la parola Pace!
E’ la Nenia di una canzone…
ascoltala, arriverà oltre ogni confine
e mentre ascolto stupita
fra le dita s’insinuerà
quel verde profumato…
e quel suono dolce
copre la Tua dolente voce
senza forma, che rimbalza senza fine!
Resta con me…
impariamo a farne una colomba
che vola lontano
a seminare la pace!
Autore: mp47pasquino
Nell’intimo assuefar
magica, ombra di fessura
spiraglio s’apre e ciglia adunche
si stanno li a beare…
di acerbo suo riposo ed un paradiso da esplorare.
Timide
soglie di turgor
avvinte, sepali irrorati trillano
mani, di polpastrelli accesi
sinuose onde a levigar quei crespi flutti.
Soffici
quegli aspri approcci col fiato in gola
ed il cuor che pompa nelle vene
passion d’origine primaria
l’ancor che è lì a domandare.
Dolci declivi
a ricordar peccato…
d’un corpo oscilla e spande suo nitor
ch’è sesso, in quel districar risposte mai avute
ed il pudor cancella iniziatico piacere
di giovine fanciulla.
Poesia scritta il 29/01/2011
A ché t’affanni?
Sei nato a primavera
ché la brezza speranze recava
e lontano crepuscoli non erano
ora tutto è velato
ed a sentieri di guerra
l’avidità ti conduce
e là dimentichi
l’uomo che eri.
Le cose son sempre le stesse
per esse annulli
la quiete dei giorni
ed idoli all’odio innalzi.
Come a seno materno
ad esse t’aggrappi
e non sai uomo…
prima o dopo le perderai.
Autore: Elena Artaserse
Cala il sipario
su uno spazio di dolore
e finisce il desiderio
di far parte d’un mondo
che non t’appartiene.
Lo spirito scalpita
per dimenticare
quegli attimi bruciati
di una vita interrotta
e l’assurdità della morte
diviene per te
quasi normale.
Cala il sipario
sulle offese patite
dal tuo corpo profanato
offeso e martoriato.
Cala il sipario
sulla voce interiore
che urlava No!
No! mentre il tuo pianto
si perdeva
nelle vaghe ombre della notte
e nell’indifferenza
d’un bruto animale.
Cala il sipario
su una luminosissima alba
e tu intanto precipiti
in una pozza di tragica tenebra
in un amaro ricordo
che mai si spegnerà.