*
Ed è ricordo amaro del silenzio
in quest’eremo,
dove il tuono mai rimbomba,
il narrarmi colore
in questo intenso ottobre.
Rimango luce di primo albore
e degli ultimi fiori
respiro.
*
Ed è ricordo amaro del silenzio
in quest’eremo,
dove il tuono mai rimbomba,
il narrarmi colore
in questo intenso ottobre.
Rimango luce di primo albore
e degli ultimi fiori
respiro.
Autore. Maria Luisa Bandiera
Tra pensieri randagi
ci barcameniamo
lungo il cammino di questa vita
che tortuosa s’inerpica
e destreggia tra mille ostacoli:
siamo anime scalze
che camminano nel vento
fronteggiando stagioni
soggette a cambiamenti.
Siamo anime evolute
che cercano e trovano
tra le macerie del tempo
antiche memorie
per rinnovarle,
adattarle alle gioie
di un prossimo futuro
che certamente
si farà meno duro.
Ed è sorbendo un caffè
che ho capito
il ricordo d’un battito di ciglia
e d’un esploder di luce
in un disegno a matita
nel turgore spontaneo delle sfumature.
Non eran solo fiori al mercato…
*
Solo un filo mi ha dato
questa notte di pioggia
ed il mio volo s’è interrotto
su un campo di grano
arato da poco.
Un’ape si è posata
su fiori che del rimorso
han tutta l’aria,
ma sulle foglie lacrima
un nulla tanto atteso.
Volano ora ottusi
angoli infranti da pieghe improvvise
e i giochi son fatti
come lusinghe imburrate per caso.
Autore: Elena Artaserse
*
E nelle ore di ponente
che scorra nelle vene il sangue
attendo
e non sento i passi che da laggiù
alla lontananza ignari vanno.
L’ora delle ipocrisie è scoccata
al di là di esse
la verità,
con le sue tempeste
e le sue calme di vento
nel cigolio d’un cuore
che nella notte arranca.
Nulla di ciò che abbiamo
è nostro
neanche il respiro che dà vita.
Ho ascoltato a lungo il canto delle acque,
ed ho sentito le note cadere
una dopo l’altra
goccia dopo goccia…
è venuto fuori un germoglio,
nuova essenza… nuova vita…
non paura…
ed ho sentito l’escluso con le sue speranze
umana effigie del dubbio divenire,
unica verità,
esistenza glabra tra le bufere
quando forti venti soffiano
sul nostro mare.
È nella piana che regna il silenzio
ormai,
e continuano a cader le foglie
in quest’autunno triste
di parole e gesti.
Siamo soliti spinger ciò che non va
tra un sospiro e l’altro.
Sento il silenzio
che gelido ci sfiora e ghermisce
spazzando gioie e distribuendo dolori.
Un satiro danza felice,
ebbro canta il suo errare
leggendo illeggibili segni
da una mano inclemente tracciati.
Sono rimasto in piedi
solo di fronte a me stesso
ma solo e sempre solo.
Ho guardato il mio corpo allo specchio
controfigura di un ritorno mancato
ed ho lasciato le mie vesti
nella vecchia casa
dove solo un cane era rimasto
seguendo un buco aperto.
Non ci sono steccati
dove le idee danzano
ed i calabroni ronzano.
Un dubbio invade i pensieri
che a lungo
nelle trame del tempo hanno scavato
trovando solo d’un colore il nero fossile.
Era inverno allora
ed il grigio imperava,
lungo i muri l’eco del silenzio
rimbalzava dando
strane ed incomprensibili forme.
Era inverno allora
ed il dubbio insoluto
rimaneva…