https://youtu.be/6BcgJCiNjfw
Il Nostro motto è “parole estro e fantasia”





https://youtu.be/6BcgJCiNjfw
Il Nostro motto è “parole estro e fantasia”
Con gli occhi attenti
ti guardi attorno
in questa casa
ch’è tua nuova dimora,
cerchi chi ti dirà dove sederti
seppure ogni posto
parrà giusto
nella casa del Padre,
giacché con anima e cuore
ti sei donato a noi
anche nel lungo percorso
della sofferenza.
Il silenzio regna in quel luogo,
non servono le parole
per quantificare la tua bontà
così evidente a chi tuttora
d’affetto ti circonda.
Salire alla casa del Padre
è stato l’ultimo tuo atto
di Fede,
e con la semplicità del giusto
adesso da quaggiù ti saluto,
resterai in cuor mio
in attesa di salire anch’io
alla casa,
ma solo se ne sarò degno.
© Saverio Chiti, 21 aprile 2025
Leggero, impalpabile, rapido
lo sento addosso
e mi svuota dentro
l’anima ora è silente
in attesa dell’evento
che mi cambierà in eterno…
È un frammento
di ciò che sarà mio domani
in un spirituale cammino
che mi porta alla croce,
da quando sono nato
è il destino scelto da un padre
ch’è tutto, ch’è passato
presente e eternità.
Da sempre
ho ricercato quel tocco
che ora tu
con un semplice gesto
di misericordia
brami di me.
Delicato, fragile, gentile
è stato il tocco tuo
che ambiva al perdono
di un’anima in pena
dispersa in una via
così buia da sembrare
colpa da subire.
Toccami ancora
sono qui per te,
ma sarà la Fede tua
a guarirti
perché è in te la voglia
di credere in me
che sono solo
lo strumento di una croce
su cui il morire
della vita non è la fine,
nel vivere nell’eterno tempo
che è l’inconsistenza
dell’esistere
senza quella Fede che in te
è semplice tocco d’amore.
© Saverio Chiti, Pasqua 2025
Come una foglia al vento
avanzi verso il cielo,
dall’albero della vita tu vieni
e porti con te
quel tempo bambino.
_C’era una volta
una dimenticata
storia di famiglia
là, dove ora regna
quel vuoto di te_
Come ruscello che avanza
verso la sperduta valle,
acqua di vita tu sei
che bagna il mio bisogno.
_C’era una volta
un’assetata anima,
ora vaga per la pianura
fra i sassi della corrente
là, dove alberga l’amore_
Come un cuore che inciampa
nel suo battere di vita, ora sei
e l’eco del tuo pianto
si consuma nel tempo avverso
all’amor posseduto
con incauta forza.
_C’era una volta
un amore creduto vero
che nel cielo
fu rapito dal vento
per poi rifugiarsi
nelle limpide trasparenze
nella foce del profluvio
dei desideri_
Come brama di vita
nell’anima di una carezza
il suo vagare continua,
nel sincero soffio
suo imperituro
v’è traccia del tempo
come c’era una volta
in me.
© Saverio Chiti, 13 aprile 2025
Autore: Elena Artaserse –
Saprà di malinconia quel bacio ch’in sogno
busserà alla tua porta
come saprà di vento quell’assenza
a mani giunte quando
la sera le ciglia al giorno serra
ed aurora di seta
inebrierà il mattino
che d’azzurro silenzi inonda
e la mestizia
agl’infiniti spazio largisce.
Autore: Maria Luisa Bandiera
Ho rubato le stelle
al cielo
ne ho bevuto un sorso
ogni sera
per scrivere di te
alla luna …
e sono qui per dirti:
ti amo.
Cosa ci sarà
dietro quella curva
e oltre il buio di stasera
già, chissà cosa ci sarà…
“E tu che ne sai
ho atteso l’alba
un’altra volta ancora
sperando di trovare infine
quella dritta via
che portava a te”
Sì ma anche tu
che ne sai
della disperazione
di un’anima
che più si ritrova
in questi giorni di stupore…
“Ho in mente solo amore
mentre in te
sobillano i dubbi
e dell’anima
non ne conosci freno”
E tu, proprio tu
che ne sai dell’amore vero…
guardando le cartine
della mia vita
speravo finalmente
di trovare una direzione
alla giusta via,
mentre tu
non ne conosci il percorso
né cosa sia la distanza
nell’aver la meglio fra di noi.
“Tu che ne sai di me
se non ciò che vedi
nell’immagine di te
che dallo specchio
della coscienza
si riflette in quella poca luce
che la notte ruba
al cuor mio”
È tu che ne sai di noi
ora che la porta
si è definitivamente chiusa
all’amor di noi…
già tu che sai
se in te
non vedi differenze
fra il passato buio
e l’odierna luce.
“Da tempo avevo sperato
che in te dimorasse l’amore,
ma ora, ancora una volta
in più posso dire:
che ne sai dell’amore
se tuttora ti perdi nell’ombra
e credi di riconoscere
la luce
solo dal caldo che emana
senza capire
che l’inferno dell’oblio
brucia ogni cuore”
Dietro ogni curva
è poca la visuale
e nel lato buio
spesso si nasconde
l’indifferenza di chi
non sa più amare.
© Saverio Chiti, 2 aprile 2025
Nascondersi dietro le nubi
dimenticandosi della pioggia
che cade sulle offese dell’anima
e poi capire che in fondo
pesano più le lacrime
che le azioni lasciate
a macerare
in torrenti di parole.
Scendono giù a valle
i nostri desii
come fossero foglie
trascinate a valle
dalla corrente
e dai sogni dell’anima
andati a nascondersi
negli antri di serena bontà.
Credersi pura luce
solo perché il buio della sera
si contrappone a noi
in questa sera di luna
nonostante il vento
sposti le nuvole
nel divenir dello scuro.
Pensarsi maturo
a tal punto di non vergognarsi
di piangere per la felicità
dissimulata dalle acque fresche e limpide
dell’amato ruscello
che dal monte mi parla di te
or che sei fonte e radice
di una vita dispersa
fra le astratte vie.
Anime che parlano al mare
fra gocce amare
e delicate parole
a descrivere
questo soffio d’amore
che in noi più si cela
ma diviene una cosa sola
e in cuor si rivela
come alito di vita…
Nell’anima nascondersi
più ora non può
così si palesa
di nuovo bambino
quando il tempo fu veritiero
e nell’amor si manifestò
separandosi in pezzi di sé…
© Saverio Chiti, 30 marzo 2025
Lungo i binari della vita
corro appresso ai giorni
cercando di mantenere il passo
affinché non mi sia sfuggevole
il mio domani.
Corro da troppo tempo
che non ricordo nemmeno
la ragione,
forse è giunto il momento
di soffermarsi
per arrivare a una conclusione,
il danno è fatto
e nemmeno il traguardo
quasi raggiunto
può considerarsi giusta direzione.
Fermo sotto un olivo
attendo il momento
per sedermi
per ora non mi è concesso,
adesso è tempo di riflessioni
sugli attimi appena passati
e quelli già dimenticati
nelle pieghe degli anni,
non saranno certo
ora gli affanni
a prevalere dentro di me…
Riprendo la corsa
verso nuovi esempi da seguire
e figure astratte da imitare,
chissà se del commettere errori
infine in me ponga freno
e del giorno che vivo
ne assapori il gusto,
oppure se continuerò ancora
a guardare al treno
come strumento
di fuga interiore.
In una corsa contro il tempo
incontro vo a me stesso
che dietro quella curva
mi aspetta a braccia aperte.
© Saverio Chiti, 5 aprile 2025
Autore: mp47pasquino –
D’un fragor
zampilla vortice
di calata, spuma,
flessa nel tramutar dell’onda
scende nel repentino incontro
di sassi a rotolare
transuma le scoscese vie
e schiuma.
Ed ancor che lieve
assurda sfuma, sfila,
scava dal picco al fondo
al gorgogliare bianca
bruma.
Egeria,
dea dell’acqua
sei a far la doccia
tra scroscio e goccia
lo zampillar ti sfiora
nell’ultima carezza tra la roccia
t’involi e fletti
evaporando al cielo.
Autore: mp47pasquino
Poesia scritta il 29/07/2010