Autore: Rasimaco –
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Ricordo ancora cosa si provava
quando la porta dello sgabuzzino
si chiudeva
e nella stanza buia non c’era il caldo asciutto
di una mano amica e
dove non giungeva il profumo del pane
appena sfornato.
Della penitenza sentivamo il sapore dell’infanzia,
e guardavamo dalla grata, come ladri,
il vuoto dei desideri. Ed ogni cosa nuova,
anche se vecchia, meraviglia era per noi.
Era il sogno
e lo stupore l’aprirsi di quel cancello
sempre chiuso.