Autore. Maria Luisa Bandiera
Di solito Carla non aveva paura di nulla ma quella sera mentre tornava a piedi dal lavoro aveva una strana angoscia attraverso la quale si sentiva piccola e indifesa.
Camminava svelta ma le ombre la seguivano senza tregua, o almeno così le sembrava mentre si trovava in quel buio immerso nei suoi oscuri silenzi. Un passo dopo l’altro attraversò veloce quel tratto di parco in cui doveva passare prima di raggiungere le strade della città e successivamente arrivare fino a casa sua.
Ecco che all’improvviso ogni ombra pareva prendere forma sul ritmo di passi cadenzati come in un impressionante inseguimento, forse racchiuso solo nella sua mente, che però pian piano si faceva sempre più incalzante.
Lei, velocizzando il passo, cercò di distanziare quel rumore di passi ma senza riuscirci. Ora l’ansia si faceva sempre più pressante e stressante, il respiro accelerava attimo dopo attimo; la paura e il terrore si dipingevano sul suo viso trasformandolo in una smorfia deforme!
Carla chiamò a raccolta tutte le sue forze interiori e con uno scatto felino raggiunse un portone semiaperto, vi si intrufolò velocemente dentro nascondendosi in un angolo. Deglutì come per ricacciare la paura nello stomaco e poi trattenne il fiato rimanendo in ascolto ….. Nel buio e nel silenzio poté sentire l’aumentare del suono di quei passi che s’avvicinavano, (ma allora non sono solo nella mia mente, pensò) ora le parve persino che davanti al portone si fermassero; sentì in quel momento il suo cuore accelerare i battiti all’impazzata e tappandosi la bocca con una mano per non urlare, rimase assolutamente immobile.
Tese l’orecchio come per ascoltare meglio, le sembrò perfino di udire un respiro arrivare da dietro il portone.
“Ma cosa cerchi, cosa vuoi da me? Perché non te ne vai!”si domandò mentalmente Carla.
Erano passati alcuni minuti, forse circa dieci, quando sentì riprendere il suono di passi che si allontanavano pian piano. Ma erano lenti come se chi camminava nel buio fosse indeciso sul da farsi, se andarsene oppure rimanere …
Passarono ancora alcuni minuti di assoluto silenzio mentre lei in attesa di calmarsi ulteriormente aspettava di trovare la forza di uscire fuori. Finalmente trovò il coraggio di aprire quel portone per poter uscire, nell’aprirsi i cardini del portone cigolarono in uno stridio ambiguo e terrificante, il cuore le batteva all’impazzata mentre lo apriva definitivamente ……… spalancò enormemente gli occhi trovandosi di fronte una figura scura più alta di lei e incappucciata con un coltello alzato la cui lama scintillò al chiarore della luna. Carla terrorizzata lanciò un urlo cercando di proteggersi con le braccia …
… si svegliò tutta sudata di soprassalto nel suo letto: era stato solamente un terribile incubo!
Era forse un sogno premonitore? Si domandò Carla.
Per non sbagliare da quella notte non attraversò più il parco a piedi nel buio da sola!