Rimbalza tra scoscese strofe l’inerpicar tra sensi trasecola ansimando a scalar di metrica quel senso arcano d’uomo di quel fantasticar umori S’accinge disegnar di mente gioie fantasie ed amori ondeggia a volteggiar sublime trasecola ad accarezzar parole d’intenso ispira a nuova prole il modulare d’enfasi con o senza rime, frasi dove il verso freme e poi s’acquieta rotolando dentro fino a carezzare in fondo l’anima.
Cosa c’è cosa c’è se con parole scomponi quell’essenza utile e composta discrasia ormoni di dettato incontinenti chissà cos’è questo diffuso verbo l’incanto di suoni altisonanti di quel vago senso ch’è poetare…
Etimi ed attimi di parole pennellate ad arte infinitesimi di tempo di parole variegate…
Cos’è quel lieve spasmo l’onda che travolge il cuore di logiche a cadere sulle note tratti di rossetto sulle labbra da baciare!
Eppur si muove la timbrica celeste nelle alcove tratti di penna stilizzati su fogli profumati di viole.
Amplessi solleticati ad arte, di noi stessi asole infelici al sonno quel volgere emozione e stasi tra i nostri corpi abrasi un lumicino l’arte del fuoco fissò dimora un tempo quando più piccino la passione snocciolava tenere effusioni ed oggi curvo ai miei domani niente è più tra le mie mani tu che volgi altrove sguardo ed io a centellinar traguardo.
Succede che scrivendo quel che trafigge è l’andar scemando tra rovi di parole al vento il vuoto che non ha contorni ed i tuoi occhi abnormi vedo, che mi stai leggendo
Ancor ché, parole sono seppur la vita scivola nel senno ci piace vezzeggiare quel virtual pensiero, sommo su tanti… trovar l’amico vero!