Autore: mp47pasquino –
Autore: mp47pasquino –
Autore: Elena Artaserse –
Autore: Elena Artaserse –
Autore: Rosetta Sacchi
Avrei voluto essere contigua alla tua luce
baciare le pietre e il tuo cammino
e chiudere il cancello del giardino
di rose e viole e ciclamino
e di verdi aiuole ai piedi d’un albero
il cui nome più io non so dire
Avrei voluto prendere il treno
un dì lontano tra mille dubbi
timori ed interrogativi
E giungere alla tua dimora
come per caso
stupirmi della mia sorpresa
Che ardua impresa
quella mai compiuta
come la tua col solo tuo pensiero
fisso ai binari
e i piedi in altra direzione dove
il tuo mondo le regole dettava
Nessun cielo è testimone dei nostri sogni
se non a nord e a sud l’aereo spazio
pregno di differenti solitudini
e di lune e stelle che hanno il nome
che noi diamo con estrema convinzione
e il più delle volte errato…
Amore che più non comprendi
delle parole il suono e neppure il senso
il tempo è tutto tuo ed è infinito
Caronte dall’altra sponda mi sorride
mentre lievita nell’aria
un desiderio anomalo di quiete.
E tutto è racchiuso in un sospiro.
Autore: Rosetta Sacchi
Cammino
m’accompagnano i pensieri
con la pioggia fine
e un filo d’aria tra i capelli
Vado piano
lo sguardo in basso
attenta alle lumache
sul ciglio debordate
Tornano lontani lampi
in questo tempo scialbo
di pene e d’abitudini
di rinnovati inganni
Silenziose tempeste
fragor d’altri suoni.
M’attende un altro giorno
d’incognite e di nodi
La mano sfiora il muro
la stanza prende luce
smorzano i pensieri.
Si spengono d’un tratto.
Autore: Rosetta Sacchi
C’è ancora luce in cielo
e il sole che assiso tra le nubi timido sorride
e gocciole che scivolano dai rami
e ancora un rincorrersi di stille sopra i vetri.
Imploro pace dal delirante sogno
che conduca celere all’oblio.
Anima mia trafitta mille volte
Anima tesa alla speranza e spenta
_ ravvolta tra i suoi cenci_
in solitario canto una notte d’inverno e d’inganni
quando il verbo fallace
m’oscurò eterno un viso e l’agognata voce…
Anima mia inquieta e peregrina
nel tuo giro d’ombre e di spine!
Anima tempestosa e mite nei tuoi sottili arcobaleni,
Anima mia non cedere, risorgi!
Autore: Rosetta Sacchi
Forse era per far tacere il tuo inferno
e il dolore crescente per quel morbo estremo
che t’addentrasti per quella selva oscura
e nell’ardua impresa di tradurre i canti
nel dialetto della nostra terra?
Era per non pensare
per tenere a freno il desiderio d’una vita
libera di muoversi e celermente
sulle proprie gambe
e di riavvolgere le sue memorie serenamente
per il tempo tiranno e sempre un passo più avanti,
fugace e menzognero?
O forse perché l’afflato di quel tuo “esser niente”,
declamato lì sulla soglia,
in piena consapevolezza della potenza del Pensiero
è in realtà nuovo germoglio
in una primavera che ha deciso di cancellare ogni illusione
per condurti alla vera Luce?
P.S. In memoria di Ugo D’Ugo scomparso il 25 marzo 2023
Autore: mp47pasquino
Deh
che son prostro
m’accingo guardingo
m’attendo che il mostro
si stanchi e rimanga solingo
M’attardo
frequente mi guardo
riflesso, sovente mi scorgo
diverso e mi porgo
vetrina di me inattesa
l’ombra che sembra la mia
la vedo che allunga distesa
e scimmiotta disegni
saltella sui muri e par che si siede
chinata si pone sul marciapiede
Eppur di grigio
matura e s’avvince
da emerito mostro il dispregio
trapela da quel gran naso
che pare Pinocchio
la fata Turchina ed il cocchio
ed i corvi impettiti
a contemplare di nero vestiti
Trasale singhiozzo
m’avvolge sospiro strabuzzo
vedendo quell’ombra di pazzo
trepida e trema, svolazza
la mia anima in pena
accendo la luce
e spengo quell’ombra
che sembra un rapace!
Poesia scritta il 21/06/2012
Autore: Maria Luisa Bandiera
E di quel figlio
la cui presenza ancor vorrei,
or mi sovviene dei bei momenti
quand’egli come rosa di maggio
s’apriva alla luce della vita,
una rosa scarlatta per me,
d’amore pieno intrisa!
Il suo respiro lieve
al cuor vicino, mi nutriva,
com’io nutrivo lui al seno.
Non esistevano più autunni
alternati a primavere
perché la vita scivolava felice
tra le calde estati.
Persino l’inverno, amorevole,
offriva di sé i suoi piccoli tepori,
ma poi calò per sempre la notte
ad oscurare i giorni sul di lui capo
in quell’ottobre d’autunno
a compiersi il suo fato ….
Volava allora lui nell’infinita luce.