Autore: mp47pasquino
Nell’intimo assuefar
magica, ombra di fessura
spiraglio s’apre e ciglia adunche
si stanno li a beare…
di acerbo suo riposo ed un paradiso da esplorare.
Timide
soglie di turgor
avvinte, sepali irrorati trillano
mani, di polpastrelli accesi
sinuose onde a levigar quei crespi flutti.
Soffici
quegli aspri approcci col fiato in gola
ed il cuor che pompa nelle vene
passion d’origine primaria
l’ancor che è lì a domandare.
Dolci declivi
a ricordar peccato…
d’un corpo oscilla e spande suo nitor
ch’è sesso, in quel districar risposte mai avute
ed il pudor cancella iniziatico piacere
di giovine fanciulla.
Poesia scritta il 29/01/2011