Autore: Rasimaco –
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Vorrei chiamare per nome quelli che son caduti
tenendo a mente il freddo che li ricopre,
il gelo che stordisce.
Vorrei vederli sparare ancora
dietro quel sacco ormai sbrindellato,
a denti stretti e nodo in gola
cercarli tra le forme inerti scavando.
E lì… guardare ancora
e sentire
il fragore assordante degli scoppi
le urla dei morenti,
l’acre odor della polvere,
il lamento di chi non ha più un piede
o lo sguardo fisso di chi
non ha più gli occhi.
Le ombre della sera ormai incombono,
sulla piana… rovine…
e da esse il fumo che s’alza.
Ascolto ora le voci che mi parlano
le stesse di ieri sera.
Uno che mostrava la foto della sua bimba
un altro la foto della sua casa tra i monti
un altro ancora che diceva
“io son nato solo… e solo morirò”.
Ascolto una voce nel vento…
“Perchè?”