Autore: mp47pasquino –
Ingordo lo sgranare
d’uno sguardo,
incido petali e d’olfatto
al mio sognare…
vivo.
Ciò,
sommergerà mia valle
d’impropria levatura,
mentre piove,
un canto tra le calle
scioglie
antiche nenie dirette in ogni dove…
silente,
limacciosa, uggiosa
guazza, che al colle sali
impregni mie membra e i mali,
avvolgimi fra i tuoi strali
che l’umido mi pregna triste sposa…
poi,
se doglianza impreca,
l’arte d’un vecchio calpestata
tra i sussurri di una vita disagiata
s’albeggia folle e si disgrega…
tra ordire maglie e pelle magra
screpolate e anguste vie ti nega,
tra vette da scalare,
veti che l’età…
castiga,
tra pene e affanni ti diniega.
eppure l’imbrunire a sera
presagia
le calure attorno al desco
dove la famiglia ch’è distratta,
si ritrova più sincera,
attorno ad un tavolo a mangiare pane fresco…
comodo sarà quell’accudire
a quel minimo di me che ho da dare,
in verità m’appare
non più amore ma tepore umano a lesinare…
a piè di pagina la vita
scrive angoli sbavati dell’essere che fu
tra le contorte ossa la pelle s’è arricciata
ti guardi in quello specchio ti chiedi se sei tu.
scritta il 17/04/2010