Ti guardo con gli occhi dell’anima
e svanisce lento il tuo odore,
mentre la paura di perderti anche nel ricordo
mi lacera il cuore.
Tu guardami ora da lassù
come sto vivendo senza te,
ma forse è proprio qui la morte,
questo non vivere veramente
perché la mia anima sola
non riesce più a volare.
A volte non mi basta più il tuo ricordo
vorrei il tuo ritorno,
allora ascolto l’autunno che arriva piano,
vestito dei tuoi colori.
Sei un fruscio nell’anima
che si perde col vento
nel tramonto di una sera di allora
dove i tuoi occhi erano vestiti dal viola del crepuscolo.
La luna nuotava nel cielo
e faceva da specchio ai nostri occhi.
Il ricordo
è l’unico modo che ho per incontrarti di nuovo
ogni volta che voglio,
ma il rimpianto di ciò che non è stato
avvelena il mio quotidiano vivere.
Ora, in questi giorni vuoti,
tutti uguali,
tutti allineati senza colori, senza suoni
sei solo un profilo tenue nella nebbia
che si disperde in foglie gialle
come lacrime piante dagli alberi nudi.
Ogni notte sulla mia finestra
c’è una candela accesa
e tu che sei nella notte
puoi seguire la sua fioca luce
per tornare da me almeno nei sogni.
Foto G. Afa