Ti guardo con gli occhi dell’anima e svanisce lento il tuo odore, mentre la paura di perderti anche nel ricordo mi lacera il cuore.
Tu guardami ora da lassù come sto vivendo senza te, ma forse è proprio qui la morte, questo non vivere veramente perché la mia anima sola non riesce più a volare.
A volte non mi basta più il tuo ricordo vorrei il tuo ritorno, allora ascolto l’autunno che arriva piano, vestito dei tuoi colori.
Sei un fruscio nell’anima che si perde col vento nel tramonto di una sera di allora dove i tuoi occhi erano vestiti dal viola del crepuscolo.
La luna nuotava nel cielo e faceva da specchio ai nostri occhi.
Il ricordo è l’unico modo che ho per incontrarti di nuovo ogni volta che voglio, ma il rimpianto di ciò che non è stato avvelena il mio quotidiano vivere.
Ora, in questi giorni vuoti, tutti uguali, tutti allineati senza colori, senza suoni sei solo un profilo tenue nella nebbia che si disperde in foglie gialle come lacrime piante dagli alberi nudi.
Ogni notte sulla mia finestra c’è una candela accesa e tu che sei nella notte puoi seguire la sua fioca luce per tornare da me almeno nei sogni.