A mia madre
Autore:. Gabriella Afa
Diventata esile giunco
piegata dal vento impietoso degli affanni
non posso più aggrapparmi a te come un tempo…..
La stagione è cambiata per me e per te
la vita ci imbriglia nelle sue ragnatele
e il lento frangersi di queste onde ci consuma.
Attonita e smarrita nel tuo stesso dolore
asciugo in fretta le lacrime
per donare almeno a te il mio sorriso
ché rischiari anche solo per un momento i tuoi giorni.
Vagabonde nel tempo io e te
per mano ripercorriamo sentieri amati e antichi
per colmare i nostri cuori con quello che ci è stato tolto.
E mentre la morte cammina a testa alta
non so come poter placare i tuoi tormenti
e raccolgo meticolosamente tutte le nubi scure
che attraversano ora il tuo cielo
nascondendole profondamente nel mio ventre.
Mentre la vita intera è una giostra vorticosa
che fa girare la testa
io ti terrò stretta a me e per mano
ti condurrò per strade tappezzate di dolci pensieri.
Anche se un vento gelido
scardina con forza le nostre certezze
alla fine il tempo si inchina al coraggio di vivere
ed in fondo a queste nuove strade vuote che ci circondano
un piccolo spiraglio si vede.
Gabriella Afa – Ottobre 2013
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