Che dir di me (un giorno)
Autore: mp47pasquino
Che dir di me,
se al corpo tuo l’ardor
che un giorno esplose, dentro germe
ch’è d’animale lo sbuffare dalle nari
che di furor t’avvinse
e di brandir quel sesso ancor ne muore.
Non è più gioco
quel carezzar d’un soffio
che lingua scenda ancora un poco
a leder pelle a lambir ancor quel graffio.
Che dir di me
se fremo alquanto all’epitaffio
se torno ai baci e poi mi schianto
se poi l’ansimar di maschio
ed il brandir sussulto mi fregia di passione.
Che dir di me
dell’egoismo dentro che ribolle
dell’ossessione che trasforma pelle
e ne diffonde orge da dimenticare.
Che dir di me
dei tempi lunghi dell’attesa
infervorati dalla bramosia
e il gioco delle parti inverse
e l’ampia libertà di cavalcare
un giorno.
Che dir di me
oggi, che non più vero,
oggi che…
ti racconto quei sogni che hai vissuto
mi mancano quei giorni, son sincero
averti mia e scimmiottare sesso
privarti del fiato ad ansimare
quasi,
mi sento in colpa averti dato
quel troppo a sopportare.
che oggi non saprei
eroe del tempo, dove poter ricominciare.
Poesia scritta il 16/09/2010
La poetica di Pasquale Rea Martino alias: mp47pasquino, poggia su un’intelaiatura creativa densa di cose e sentimenti, valori normativi e desideri. L’impianto musicale delle strofe, energico e ritmato, è immerso nella materia, così da riviverla e soffrirla di nuovo nella scrittura. È come se l’autore riuscisse a indicare e illuminare le tracce dell’ultimo ipotetico mezzo comunicativo capace di uno svelamento dell’Essere: la poesia.