il mare degli estinti
Autore: Saverio Chiti
naufragai una mattina
di un freddo febbraio,
e da subito constatai
che mai più
avrei percepito terra
sotto i miei piedi.
Attesi invano
fino alla nuova alba
ma nessuno arrivò,
adesso nonostante
diverso parere
mi confondo
col fondo marino.
Affogai per necessita
falsa promessa,
forse non ero atteso
o quantomeno desiderato
da chi respinge i sogni…
Adesso nel mare
degli estinti
navigo senza clamore,
e sul fondale mi confondo
fra spugne e Posidonie,
mentre i pesci
sono gli unici
ad avermi accettato,
nonostante
la mia diversità
di condizione.
Laddove loro
nuotano felici,
io silente
affogo quella speranza
chiamata condivisione.
Complimenti, per l’argomento trattato dove poeticamente viene evidenziato uno stato sociale di bisogno che trova difficile accoglienza nella così detta società civile!
ehh sì Carissimo amico, sempre più viene meno la solidarietà, oppure anche fosse solo umanità, verso chi fa scelte drammatiche e coraggiose, e non certo senza pena…
Un’umanità sfortunata che annega assieme ai sogni e alle speranze.Versi bellissimi.