Sei nato a primavera
A ché t’affanni?
Sei nato a primavera
ché la brezza speranze recava
e lontano crepuscoli non erano
ora tutto è velato
ed a sentieri di guerra
l’avidità ti conduce
e là dimentichi
l’uomo che eri.
Le cose son sempre le stesse
per esse annulli
la quiete dei giorni
ed idoli all’odio innalzi.
Come a seno materno
ad esse t’aggrappi
e non sai uomo…
prima o dopo le perderai.
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