Dietro le Porte l’Infinito
autore: mp47pasquino
Giunse estremo
cono d’ombra,
dell’intenso suo imbrunire
vidi il nero ed il diluire.
Fu dietro la porta ed il muro
che giacque perso sguardo
ad irretire,
curioso imbroglio, sembrò…
fu tutto repentino
che non vi fu più traccia.
Livide apparenze
oggi
spalmate nero asfalto marciapiede
tra
pedate rovinose dei passanti
sembrano ignorare quel brusio…
echi sordi di vociferanti.
Or che luna posa manto
e falce,
affonda le radici nere
trafitta
rovina giù la notte ad infierire
cieca partorisce nuovo giorno.
Contrapposti gli angoli
a quel tangente credo
levano settori, intersecanti poli
rette a divaricar nell’infinito
ai meridiani vien celato quel che io vedo…
eternar moto
anti tropotonico posferico.