Affetto, ti porto dentro
Quella viuzza incastonata
tra portico e piazzetta
in cui giocavo,
mentre le luci danzavano
con le ombre;
quelle canalette rigonfie d’acque
che allegramente
accarezzavano i lati
di Piazza Piccola, per i curiosi
ed i morosi;
la Torre Civica di Sassuolo
chiamata Campanone,
la Guglia di Piazza Grande,
la Delizia cosiddetta Ducale,
la Ciminiera di tanto tempo fa,
puntavano al cielo della Città;
quelle antiche botteghe di
ceramica, droghiere, lattaio,
calzolaio, elettricista, sarto,
fabbro, arrotino, barbiere,
panettiere;
l’osteria del simpatico
uomo con le ghette,
amante soprattutto
di biciclette,
mi fan rivivere il sorriso;
sì, sento tuttora i profumi
di quel Ducale Paradiso:
trabocco affetto,
pensando al tempo
che toglie e dà.
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