Venne l’età delle danze
Palmiro, col cappello;
corpulento, baffuto,
audace e chiassoso,
si sentiva un re
più di tre.
Sebbene massiccio,
sgusciava agile
e leggero
eseguendo ritmi indiavolati
in quel maniero.
Si fletteva, si estendeva,
proiettava il capo
avanti, indietro, intorno;
roteava un dito quasi avesse
il ballo di San Vito.
Gettava lontano
la sua donna,
poi se la riprendeva
accucciata tra le braccia,
dinanzi la colonna.
Aveva tra occhi
e labbra il sorriso errabondo
del conquistatore,
quel simpatico e futuro
dottore.
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