Astrazioni fabulate
Autore: mp47pasquino
E’ d’erba il pensier astruso
quell’elevar di verde effuso
contra il ciel d’azzurro infuso
quel di me ch’è nelle membra
che mi fa star confuso
eppur non sembra!
Seppur mi porgo
di questo ambir mi dolgo
mentre dentro annaspo
a cercar il me, che dentro è crespo
Quisquilie, in sofferenza giungo
dove cade l’estasi, io piango
del ridere, ne faccio mia corolla
ed ognor mi piego, in adagiar di culla
Dove giacer nel turbinar vorace
effrange stasi, in divenir si tace
eppur si dona, di quell’albor n’è pregna
avvinto nel cor si placa, in divenir si degna
Come ridestar l’albor vitigno
di linfa infervorar instilla, benigno
soave fonde quell’accorpar fedele
nel divenir si fronda, espande ed apre vele
com’anco fossi giunto, son vivo
zappo l’orto, del pensier mi vesto e son giulivo!
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