Favola di Natale
Effrazione d’anime
sorda la parola, contro l’acuire muto, verso i poverelli,
dagli astanti sotto tono, un vecchio con la barba, elemosina chiedeva.
bianco il suo colore, come i suoi capelli, in abiti a brandelli…
Date il cibo a chi non ha o soldi per mangiare… La mano lui tendeva.
Poco lontano i Ciociari con zufoli e zampogne suonavan litanie
L’aria ovattata, spegneva i suoi colori, all’accendersi le luci per le vie…
Ancora la…domanda il vecchio con la barba bianca, e ancora nulla…
S’appresta il giorno dell’evento l’aria soffocata da promesse al bimbo nella culla.
Quante vetrine a festa per attrarre a far regali, sono tutti in apprensione
a visitare e a far progetti, avendo poco da sborsare dalle tasche a tortiglione…
il vecchio è sempre la’ domanda… Passano fanno una smorfia e se ne vanno.
Ancora trilli e le zampogne al vento, i giorni vestiti a festa, come in ogni anno.
Sarà la crisi saranno gli anni io non ho potuto non vedere, con l’animo frustrato,
a quella mano gli ho teso la mia, senza parlare, l’ho abbracciato stretto ed ha sorriso
figlio mio quanto ti ho aspettato…ogni mano che passava scivolava via la stessa litania
ma tu hai agito come l’uomo deve fare al suo fratello ho visto che hai il portafogli vuoto…
Non temere che oggi i grandi stanno stanno tutti nell’affanno colpiti li nel cuore
Dove hanno il portafoglio, sai che ti dico vai tranquillo e non temere i tuoi guai li saneranno…
Se vogliono lucrare ancora, tra padreterni, si rovineranno se non investono su te che dai valore…
Chi mai ristorerà le loro casse vuote, vedrai qualcuno per Natale azzererà i buffi di tutti i poverelli
Autore: mp47pasquino
Poesia pubblicata il 09/12/2008
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