Eventi, incombenze, un uomo
Autore:mp47pasquino
Sa l’acre sviscerar solerti e vane
l’incombenza ed il tribolar che viene
a navigar su l’orli di voragini incrostate
e muffe di dolenti incartapecorite
Quale levar di torno tra le assenze appese
tra sguardi opaci e rimasugli andati a male
un volger l’altro verso tra l’incostante ed il traverso
sentori antichi d’un levar di scudi ad un mondo perso
Move a nuovo passo l’imbrecciar immane
a soverchiar le pene
un volgere trapasso, un iniziare passo
e ritornare fisso su l’estreme parità di sesso
Ed è rinascere, ritornar fiorente a zolla arsa
andare dritto ed inventar di nuovo senza farsa
insistere e persistere ad oltranza, resistere
ad un turbinar d’eventi tornare a nuovo, vivere
Chi tace è senza pace né livor s’appresta
in quel rimuginar rancori non fa valenza
né fa chiare prominenza di si tanta opalescenza
né timor soggiace a rinnovar la fede dovuta ad astinenza
Eppur s’addice quel lumicin procace a rinverdir ristora
anime dolenti la spossatezza che addolora
di nuovo ad aspettar sequenze che’l nuovo andar impone
invero sta la sferza di sotto quella scorza un uomo fa trazione.
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