Il pranzo è pronto ed il bimbo è nella culla
Lancia quel diaframma
l’assolo d’un pensiero, volge,
dello sprovveduto andare
l’altra guancia…
forestiero.
Quello che ti fa sudare
è che tra le pieghe dei sorrisi
annaspa quel becero calore
quel tanto posto lì, per dare contentino.
Asole d’arginanti lumi
a rischiarir quel senno travalicante
l’affossar ragioni, i traumi
di quanti nel goder di proprio
fingono di dare!
S’appresta il tempo
l’unir destini
l’unir pagliuzze in questo nulla…
grancasse
a strombazzar festini
ch’è già dal grembo il bimbo
per tornaconto
è posto nella culla.
Verranno quei barboni
figli di un Cristo
che li abbracciava buoni
a questa mensa dubbia, un misto,
di becere intenzioni.
Chi sarà tra i giusti il degno
de’ l’onesti sognatori ad oltranza,
chi si darà di petto il pugno
in questo tormentar d’avara latitanza
che forse il tribolar accorpa
a chi gemente e solo non la sfanga?
Poesia pubblicata il 22/11/2011
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