L’angelo di fonte
Autore: mp47pasquino ©t.d.r.
Dolce m’è il sentire,
d’un lento, arcuato canto percepire,
predisponendo odo,
flauti fluenti, ha quanto godo!
Distese cangianti,
verdi prati in oasi celesti,
riccioli d’oro di angeli sgargianti
tra il coro le compiacenti vesti…
d’un Angela nascente, sembra
nuda la sembianza, da fonte cristallina
ergea soavi carni e delicate membra,
d’alcova intorno, il canto suo, soave di bambina…
oh tu che vesti il fiore alle corolle,
voli come una farfalla, perché gemi?
Qual vento qui ti porta tra queste zolle,
eppur la fonte si gorgoglia nelle tue carni inermi.
Perché distendi il velo
d’intorno al viso, e non appari
come Dio t’ha fatta e resa?
Siimi indulgente almeno un poco
a te devoto sono, lasciati pregare,
lascia che si giungano le mani,
al tuo cospetto sogno…
lasciati svelare, non tradir l’attesa.
fintanto che io possa svanire nel domani.
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