Messer Carnevale
Benvenuto a voi Messer Carnevale
che, coi frizzi e lazzi ogni anno tornate
e la tristezza dai cuori levate.
Ditemi Messere… avete tolto
al cielo un arcobaleno?
O ad un pittore la tavolozza
per codesta veste
…pazza?
Per me Messer Carnevale
siete come un grande folle giullare,
poiché quando arrivate
la gente invogliate in
danze sfrenate e goliardiche feste,
calando loro una maschera e cambiando la veste!
Vorrei anch’io cambiar di faccia mio allegro istrione
e indossar cappuccio con cotta di maglia
sotto lucente armatura,
porre un elmo di ferro sul capo mio fiero,
che mi trasformi così in splendido condottiero.
Obietterete allora voi, Messere
“Non si è mai vista donna cavaliere!”
Ed io risponderò con garbo…
“Non rammentate davvero Giovanna D’Arco?”
Orbene, tutti ammireranno
questo fiero condottiero, sulla sua bianca cavalcatura al trotto,
con croce al petto e spada sguainata, alla guida di mille cavalieri!
E la folla, al nostro passaggio, si aprirà in un varco
e con gran rispetto il capo chineranno.
Per qualche istante dimenticheranno
che questi giorni a voi son dedicati.
Chiedo vénia, Messer Carnevale!
Giacché, mai beltà e cotanta fierezza
furono mai visti per contrade
gremite di così tanta gente e maschere in festa
piene di frizzi, scherzi e lazzi!
Ma… se vorrete, Messere, vi farò l’onore
di nominare voi, mio fido scudiero!
E voi imperator del regno dell’Allegria,
ginocchio a terra e testa china,
come antico cavalier innanzi alla sua regina,
renderete omaggio a me, pulzella altera e fiera!
Ed io con sguardo avanti e spada tratta,
andrò con orgoglio a testa alta,
credendo ancor di essere…
Giovanna D’Arco!
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