Finestrini
Viaggiare, attorniati dai minuti
io la mia città tu la tua
senza foci solo albe in cumuli
-si tornerebbe obliterando paesaggi,
tramortiti dalle valigie
hanno fatto più danni i controllori
(svegliandoci) di soprassalto
che non i saluti obliqui
senza un fazzoletto da lanciare
e ancora l’iride tua di nero accesa
di nero annuncia
il prossimo vuoto accanto
Come si fa ora, il momento
che il mio riso vorrebbe unirsi al tuo?
uscire dalla bocca uscire azzurro
unire i balzi del Mediterraneo
alle conformazioni della neve
Specchietti ai finestrini
mi coprono ancora dei tuoi sguardi
d’ombra e di pace, libertà inquieta
dai lineamenti che nessuno ferma
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