Del mattino i canti
Mi sveglia il brontolio dei tasti
le prime luci d’alba un gorgoglio
d’uccelli canterini nella siepe
eppur velato ancora appare il sonno
sarà che tu mi basti
sarà il destino a picchiettare alle finestre
quel dar cipiglio al socchiudere dell’ante
a liberar torpore e fare quiete
Docile sarà l’intrecciare tra i minuti i fili delle ore
dolce sarà il tepore di un caffè che gorgoglia dal fornello
tra sbuffi di vapore ch’è rissoso al borbottare
e quieto si rassegna per farsi assaporare
e tornano ticchettii di tasti indolenti tra l’indecenti dita
pronte a rinfrescar arsura, tenere carezze lasciate al sonno
e sobrie a conclamare l’avido bramoso del toccare
fame di setosa pelle che ancora giace a riposare…
mp47pasquino©t.d.r.
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