Primo amore

Aliti di primavera
nell’aria.
Ed è tempo di aprire le stanze del cuore.
In quella più bella
che guarda all’aurora
conservo un tesoro,
il mio primo amore.
E rivedo il mio viso
acqua e sapone,
e ritrovo i tuoi occhi
così scuri e lucenti.
L’aria di marzo
ancora a tratti pungente
per un inverno non del tutto partito
cullava i miei sogni
e accoglieva sospiri.
Ci regalava
improvvisi rossori
e languori,
e sussurri
giammai conosciuti.
E c’ero io
e c’eri tu
e c’era il nostro giovane amore.
Le tue mani gelate
nelle mie mani esitanti,
occhi negli occhi
timidi e schivi
labbra sfiorate
da teneri baci
al gusto di mandorla dolce.
E poi…promesse
promesse a catinelle
alternate ad impacciati silenzi
che stordivano il cuore
mentre la radio cantava
“…questo è il tempo di vivere con te…”
D’improvviso,
non fu più così l’amore.
Un’altra città,
un’altra vita
ti volle lontano
dai miei occhi
e dalle mani.
Ed ecco,
tu fosti mia prima lama crudele
fosti pianto dirotto
in un fazzoletto,
grande dolore
di una piccola donna.
Fosti primo amore
pulito e innocente
rimasto sospeso tra le corde del cuore
come note dolcissime
su un pentagramma
che ogni volta
di Marzo
io ritorno a suonare.
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