Artemis
Falce d’argento
taglia
notti dure,
incastratesi tra stelle e galassie
dove i monti dell’Olimpo
sciolgono l’universo.
Pelle d’orsa e faretra,
comete, solcano l’anima
lasciatasi andare
nelle cacce selvagge.
Dove sei Orione
tu che piangesti
una nudità divina,
ed una sola freccia
spezzò il fiato
ed il buio?
Avida la tenebra
sceglie le sue figlie
con cura;
rimaste orfane di verginità,
costruiscono altari di pietra
e carne viva.
Ed io vorrei qui salire
quando la luna è gravida
d’amore
ma non mi lascia più respiro…….
non mi lascia più parole.
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