Le Dita della Notte
Questo dire di dita
smuove un ventaglio d’aria
sul blu del cielo che si versa in mare
e scosta spettri di sogni
entro rimandi vivi e allusioni
languore in abbandono
e brulichio di forze e suggestione
di sguardo in sguardo vista si affina
in senso di libertà
forse d’esilio
d’appartenenza e di separazione
tra voli precari di marionette
folli volteggi di presenze
nell’assenza
E non mi resta altro
che ondeggiare
cullare la stanchezza
e vacillare
farmi bottiglia in seno alla marea
serbando in uno specchio la mia Luna
per poi mirarla all’alba quando muore
o starmene seduta lì in veranda
su quella vecchia dondolo che aspetta
anch’essa traballante e sgangherata
a riascoltare note sempre uguali
d’una canzone vecchia
che non muore
e a nastro già finito
… sento ancora
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