DENTRO LA TEMPESTA
Mi rode questa sorte
lega assente e inerte
dietro solide
e irte mura
nacqui foglia
assurda e libera
via dal ramo
al vento sola
se conviene
nell’infida quiete
muta l’aspetto delle cose
la notte scorre nelle vene
diviene artiglio
ombra in agguato
immenso è lo stellato
nasconde e perde ogni amato
gialle le foglie su terra grigia
un brivido di pioggia
irregolare, imperiosa
ora scroscia…
dietro è l’intemperanza
mesce vino d’ebbrezza
in un’anfora chiusa
ora riposa una rosa
ed ecco il pensiero
in disparte armonioso
brucia la fiaccola che tiene
tra il suo seno prosperoso
e nell’anima orgogliosa
il temporale or si posa
nel miracolo che avviene
torna il sereno…
quieto, dolce… ma breve
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