La chiamano carità!
Di quel piegare
e l’inginocchiar la schiena
di quei calli sulle rotule
un giorno ceci per castigo
L’oggi ché da dimenticare
e le persone tutte li a pregare
dei sogni mogi tutta cartastraccia
degli amici non v’è più traccia
Ognuno a zappare l’orto
di quel dividere il tempo è morto
non più presepi o ostie a dispensare
di quel credere tutto da inventare
Ciuffi di beltà tra brulli spazi
del coro attento quel vibrare
dell’interesse mai è sazia
voragine bestiale…
E poi si chiamano fratelli
si stringono la gola coi coltelli
degli intenti son le lupanare
di queste gole tutte da azzerare.
Fa tenerezza quel grande intento
quel levare scudi di sostegno
attorno a chi si sta a strozzare
di quel donare è ricco il vorace a dispensare.
mp47pasquino
visualizzazioni totali 293 total views, Viste oggi 5 views today
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.