G I O R N I & G I O R N I
non ho paura d’attendere la notte
né prego il sonno
che porti pace o tregua ai miei pensieri
racchiusa nel silenzio e avvoltolata tutta nel respiro
cerco il tuo sguardo, il suono della voce
la luce del sorriso e i gesti senza tempo
su me riflessi e a fondo incastonati
in eco di quei giorni
in cui il vento soffiava profumi
scompigliando a dispetto i capelli
e donava alle labbra il sapore
d’albicocche e di mandorle chiare
giorni forti d’amplessi assolati
e sommessi di voci al tramonto
giorni dolci di cose nascenti
nell’ azzurro del vivo d’un sogno
giorni ebbri di sole in terrazza
di quel sale di gocce essiccate
che l’audacia di labbra d’amante
in umore lambiva vorace
sulla pelle tremante e dorata
e sono giorni
ora
che più non vestono a festa le sere
non approntano fiaccole a notte
in cui sola mi vedo ondeggiare
cullare la stanchezza e vacillare
farmi bottiglia in seno alla marea
serbando in uno specchio la mia Luna
per poi mirarla all’alba quando muore
o starmene seduta lì in veranda
su quella vecchia dondolo che aspetta
anch’essa traballante e sgangherata
a riascoltare note sempre uguali
d’una canzone vecchia che non muore
e a nastro già finito
sento ancora
Adelaide
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